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4 consigli per gestire l’ansia della maternità

4 consigli per gestire l’ansia della maternità

Sono molte le ansie e le preoccupazioni che affliggono le mamme già dai primissimi giorni di vita del piccolo, anzi potremmo dire anche prima della sua nascita.

“Sarò una buona madre?”

“Sto facendo la cosa giusta per lui/lei?”

“Sto sbagliando tutto?”

La maternità, inoltre, viene spesso vissuta come un banco di prova dalla neo mamma sotto gli sguardi attenti della famiglia allargata.

 

Ma prima di scoprire come affrontare ansie e paure legate alla maternità, vediamo quali sono gli aspetti centrali della funzione materna.

  • Prendersi cura:

La madre o la persona che svolge tale funzione per il piccolo, è colei che cura il bambino, sintonizzandosi istintivamente con i bisogni di quel bambino, quindi, rispondendo in modo adeguato alle sue esigenze affettive e fisiologiche.

L’interazione tra madre e bambino, che favorisce lo sviluppo di questa sintonizzazione, si costruisce già dai primissimi attimi dopo la nascita.

Diversamente da come si pensava un tempo il neonato nasce sveglio ed attento.

Egli mostra già subito dopo la nascita delle competenze specifiche ed incredibili:

  • ha gli occhi aperti e mette in atto comportamenti attivi di ricerca e di riconoscimento del volto;
  • se poggiato sul corpo materno è in grado di muoversi da solo, guidato dall’olfatto ed in parte dalla vista, di raggiungere il seno materno e di poppare;
  • è sveglio, attento e ricettivo.

 

  • Presentare il mondo al bambino:

La madre che da alla luce il suo bambino è colei che ospita la vita per 9 mesi, lo accoglie tra le sue braccia e con il suo sguardo rappresenta per lui il mondo.

Insieme al papà, i genitori sono il ponte tra il bambino ed il mondo che lo circonda.

Attraverso le loro parole e i loro movimenti, il bambino scopre l’ambiente e piano piano inizia ad interagire con esso.

Questo è un aspetto delicato della funzione materna.

Quella donna che ha cresciuto nel suo grembo una creatura e se ne è presa cura con dedizione ed amore con il tempo deve lasciar andare il “suo bambino” e permettergli di vivere la sua vita con libertà ed autonomia.

Questo aspetto ha a che fare con il concetto di “proprietà” che non dovrebbe riguardare mai i rapporti umani.

Viene naturale però molto spesso che i genitori, e soprattutto la madre, possano avvertire questo senso di possesso del proprio figlio, quando egli ha bisogno di cure ed assistenza per sopravvivere e quando non è ancora in grado di decidere per se stesso.

Questo aspetto del rapporto dovrebbe lasciare il posto alla promozione dell’autonomia e al riconoscimento del bambino come persona diversa e separata.

 

Come affrontare le ansie sulla maternità:

Come sappiamo bene i bambini non nascono con il libretto delle istruzioni.

Ogni bambino è una creatura diversa dall’altra ed ogni madre è una persona diversa. Di conseguenza l’interazione tra i due è unica e speciale.

Se quelli che abbiamo appena visto sono i due aspetti centrali della funzione materna, chiaramente il modo con il quale vengono svolti è diverso da persona a persona e dipende da tanti fattori che possono essere personali e situazionali.

Le paure e le ansie di non essere una buona madre sono collegate chiaramente alle alte aspettative di perfezione che ognuna ripone in se stessa.

Dobbiamo ringraziare Donald Winnicott per la sua definizione di “madre sufficiente buona”, attraverso la quale si è fatto spazio nelle nostre menti una visione di una mamma NON perfetta.

La madre “sufficientemente buona” è per Winnicott una donna spontanea, autentica e vera che, con ansie e preoccupazioni, stanchezza, scoramenti e sensi di colpa emerge come figura in grado di trasmettere sicurezza e amore.

Ciò presuppone, quindi, che una madre sia consapevole dei propri limiti e non esiga da se stessa la perfezione nella cura del suo piccolo. Una madre che è in grado di sopportare di non essere sempre all’altezza del suo delicato compito e che, quindi, tolleri i suoi momenti di debolezza e stanchezza.

Alcuni semplici suggerimenti:

  • non esigere troppo da te stessa:

non sei una macchinetta automatica che eroga un prodotto. Sei una persona che proprio con le tue caratteristiche e anche con i tuoi limiti ti prendi cura del tuo bambino con amore e dedizione;

  • ascolta anche i tuoi bisogni:

istintivamente hai imparato a sintonizzarti con i bisogni del piccolo, ma non trascurare i tuoi. Una neo mamma può sentirsi stanca, frustrata di fronte al pianto del bambino, sola ed impaurita;

  • la maternità non è tutto rose e fiori:

vivi a pieno la meraviglia della maternità, ma accetta e considera normali anche gli aspetti più duri. Diventare madre implica un cambiamento importante ed in quanto tale presuppone dover lasciar andare alcuni aspetti di sè come persona e anche nella coppia. Non sentirti in colpa se una parte di te desidererebbe tornare ad essere la persona che eri prima della maternità;

  • condividi le tue ansie:

non temere di sentirti giudicata. Parla delle tue paure e delle tue ansie con le persone vicine a te e che sai che possono capirti. Ti aiuterà a sentirti meno sola.

E ricordiamoci sempre che:

un genitore è prima di tutto un essere umano e in quanto tale ha le sue fragilità.

Riconoscerle è il primo passo per superarle.

Ma ricordiamoci anche che la perfezione non esiste e ciò vale anche per i genitori.

Dott.ssa Roberta de Sio Cesari.

Psicologa e Psicoterapeuta.

Ricevo in studio a Napoli e su Skype.

3292284811.

roberta.desiocesari@gmail.com