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Dall’essere figlia all’essere mamma: un viaggio fatto di comprensione

Dall’essere figlia all’essere mamma: un viaggio fatto di comprensione

La storia di Claudia

Ricordo la sua sagoma vicina ai fornelli tutte le sere. Era lì a controllare che avesse girato bene tutti i pomelli prima di andare a dormire.

Era la mamma delle chiamate colme di apprensione tramutata in rabbia quando facevo appena 10 minuti di ritardo quando uscivo la sera.

Era la mamma dei: “ma con chi vai, quando torni” ma soprattutto:” devi andarci per forza”? 

Era una mamma ansiosa molto ansiosa.

Mi ha trasmesso che fuori di casa i pericoli erano tanti e mi ha insinuato il dubbio che forse non ne valesse poi così tanto la pena avventurarsi.

Ho covato rabbia nel tempo, attribuendo a lei la causa dei miei rimorsi e dei miei rimpianti.

Ma oggi lo so quanto sforzo abbia fatto vedermi vivere, allontanarmi e sperimentarmi in quel mondo da lei vissuto come pericoloso.
Oggi lo so che zavorra possa essere l’ansia mentre cerchi di fare la mamma e tuttavia compi ogni sforzo possibile per trasmettere sicurezza ad un figlio.

Oggi lo so che non è più tempo di attribuire colpe agli altri.
Oggi è tempo di assumersi le proprie responsabilità.

 

Quello che hai appena letto fa parte di una serie di racconti che ho scritto, i quali trattano i temi più comuni nelle terapie che svolgo con i miei pazienti. Nomi, dettagli, eventi e luoghi sono di fantasia nel totale rispetto del diritto di privacy dei miei pazienti.

Attraverso la trattazione che segue il racconto illustro brevemente come aiuto le persone coinvolte in situazioni analoghe a superare le difficoltà che stanno incontrando.

L’obiettivo è quello di far “entrare nella stanza di terapia” attraverso un gioco di “come se” nel quale è possibile identificarsi.

Obiettivo ultimo è far comprendere cosa significa fare psicoterapia e cosa si fa nella “stanza di terapia”. Aspetti che restano a molti ancora oscuri.

Claudia in terapia parla di sua madre ansiosa, che condisce di apprensione i suoi gesti di amore e protezione verso Claudia, una giovane ragazza che si trova alle prese con la sua voglia di uscire, esplorare, sbagliare perchè no.

Ma l’adolescenza di Claudia rappresenta per sua madre l’ennesima sfida alla sua profonda paura che le possa accadere qualcosa di tragico.

L’ansia, si sa, va a braccetto con il controllo che lei ha potuto operare sulla figlia fino a quando era bambina. Il controllo è un illusorio metodo di contrasto all’ansia. Il controllo seda l’ansia al momento, ma poi però torna più forte di prima. E’ così che si innesca il circolo vizioso dell’ansia. I pensieri collegati alle preoccupazioni diventano sempre più forti e presenti e il controllo opera attraverso il pensiero. Ovvero la mente rimugina su ciò che è motivo di ansia al fine di sviscerarlo, spacchettarlo, sminuzzarlo per analizzarlo e prevenirlo. Ma più la mente resta su una cosa più essa si ingigantisce e prende potere. E quindi di conseguenza l’ansia aumenta.

Ma cosa accade quando non può più tenere Claudia sotto la sua ala protettiva, quando non può più controllarla?

I pensieri catastrofici prendono il sopravvento nella mente della mamma e Claudia li patisce.

La giovane ragazza si batte per la sua libertà di uscire con i suoi amici e cerca di conquistare a fatica una leggerezza che dovrebbe essere insita nella sua età.

Crescendo Claudia nutre sempre più rabbia per quei limiti che la mamma le impone e per quella pesantezza che l’attanaglia.

Ma la sua stessa maternità, anni dopo, le dona un’altra prospettiva. Anche Claudia scopre di essere una mamma ansiosa. E’ lì che capisce quello che la mamma ha dovuto patire a causa della sua ansia.

La Psicoterapia con lei si pone l’obiettivo di conoscere la storia di vita di sua madre per comprendere la natura della sua ansia. Questo è un passaggio fondamentale sul quale spesso si focalizza la terapia quando la problematica riguarda il rapporto genitori-figli. Infatti lo sviluppo di una sincera e amorevole curiosità verso la persona che un genitore è, con la conseguente esplorazione attraverso un intimo dialogo tra le generazioni, diventa lo strumento principale per comprendere l’altro. E’ il primo passo per la costituzione di un rapporto tra genitore e figlio adulto e sciogliere quel nodo forte di rabbia.

Attraverso la comprensione di sua madre, Claudia impara a comprendere anche se stessa e la sua ansia.

Ciò ovviamente le permette di vivere piano piano un rapporto più sereno con suo figlio.

 

 

Dott.ssa Roberta de Sio Cesari.

Psicologa e Psicoterapeuta.

Ricevo in studio a Napoli ed online.

3292284811

roberta.desiocesari@gmail.com