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Il viaggio di ritorno a casa

Il viaggio di ritorno a casa

La storia di Beatrice

 

Da quando mi sono trasferita a Roma ho sentito la mia famiglia come un “peso”. 

Lo so che non è bello parlare così dei miei genitori, ma da quando sono andata via di casa il loro richiamo a tornare, seppure non esplicito, lo sento fortissimo.

Penso che rimasti soli i miei genitori hanno dovuto scontrarsi inevitabilmente con le loro questioni di coppia.

Una sera mentre ero ad un aperitivo a Trastevere, mia madre mi chiamò diverse volte insistentemente. All’ennesima chiamata fui costretta a risponderle. Trascurando completamente cosa io stessi facendo, mia madre mi parlò di mio padre con tono lamentoso per mezz’ora.

Tanta fu la frustrazione, il senso di impotenza e la rabbia che lanciai il cellulare nel Tevere. Dopo pochi secondi realizzai cosa avevo combinato e ne rimasi colpita fortemente. Fu però un momento molto utile per me. Quel gesto così estremo, infatti, mi fece capire quanta negatività stessi tollerando e buttando giù e quanta fatica facessi a contenerla. 

Decisi allora di partire e tornare a casa.

Volevo capire tutte le dinamiche della mia famiglia nelle quali mi ero persa. Da lì avrei ricominciato.

Oggi dopo una tanto faticosa quanto rivelatrice scoperta familiare, non avverto più quel peso quando mi allontano da casa.

Oggi mentre sono nella mia casa a Roma mi sorprendo ad immaginare i miei genitori che battibeccano e si provocano a vicenda e poi mio padre che si avvicina a mia madre con una tazzina di caffè in mano.

 

Beatrice è una giovane donna alle prese con il compito di crescere, di divenire se stessa, di costruire la sua vita.

Ma prima di tutto di svincolarsi dalla sua famiglia d’origine.

L’uscita di casa di un figlio è un degli eventi previsti nell’evoluzione di una famiglia. In tutti gli eventi prevedibili e non, come ad esempio il matrimonio, la nascita dei figli, la loro adolescenza, la perdita di un membro della famiglia, entrambe le generazioni, genitori e figli, sono coinvolte.

Anche rispetto all’evento “critico” prevedibile, quale l’uscita di casa di un figlio, tutta la famiglia deve riorganizzarsi e reagisce al cambiamento.

L’uscita di casa per un figlio non è sempre semplice e priva di nodi. Al contrario nella maggior parte dei casi è un passaggio complesso.

E Beatrice ne è la dimostrazione.

Allontanarsi da casa di per sè non implica necessariamente una crescita in termini di svincolo o “differenziazione” per dirla alla Bowen, figura di spicco della Terapia familiare americana.

Molte persone ritengono che il fatto stesso di vedere poco la propria famiglia d’origine o allontanarsi chilometri di distanza da casa possa significare “crescere”.

Invece come nel racconto quelle dinamiche che coinvolgevano Beatrice quando era in casa continuano a condizionarla anche se lontana dai suoi genitori.

Beatrice è coinvolta nelle interazioni nella coppia dei suoi genitori e sente un peso sulle spalle.

“Cosa accade tra i miei a casa senza di me”?. E’ uno degli interrogativi che si pone e sottende quella preoccupazione che la spinge a continuare anche a distanza ad occuparsi delle loro questioni. Ciò le procura tanta negatività e molta pressione.

La Psicoterapia per Beatrice rappresenta quel viaggio di ritorno a casa, nel quale poter guardare da vicino, ma con la giusta distanza le interazione nelle quali lei è coinvolta.

Il mio ruolo in questi casi è quello di guidare questa esplorazione che non solo riguarda il presente, ma anche la storia di questa famiglia e gli eventi che l’hanno condotto a tali dinamiche.

E’ un viaggio di scoperta che permette di comprendere e a dare un senso a ciò che Beatrice vive.

Soprattutto la Psicoterapia diviene in questi casi l’aiuto del quale Beatrice ha bisogno per uscire da quel triangolo padre-madre-figlia.

Passaggio questo fondamentale per crescere realmente ed iniziare a concentrare le proprie energie sulla costruzione di se e della propria vita.

 

Quello che hai appena letto fa parte di una serie di racconti che ho scritto, i quali trattano i temi più comuni nelle terapie che svolgo con i miei pazienti. Nomi, dettagli, eventi e luoghi sono di fantasia nel totale rispetto del diritto di privacy dei miei pazienti.

Attraverso la trattazione che segue il racconto illustro brevemente come aiuto le persone coinvolte in situazioni analoghe a superare le difficoltà che stanno incontrando.

L’obiettivo è quello di far “entrare nella stanza di terapia” attraverso un gioco di “come se” nel quale è possibile identificarsi.

Obiettivo ultimo è far comprendere cosa significa fare psicoterapia e cosa si fa nella “stanza di terapia”. Aspetti che restano a molti ancora oscuri.

 

Biliografia

“Dalla famiglia all’individuo”, M. Bowen, Casa Editrice Astrolabio

“Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia”, M. Malagoli Togliatti, A. Lubrano Lavadera, il Mulino.

 

Dott.ssa Roberta de Sio Cesari.

Psicologa e Psicoterapeuta.

Ricevo in studio a Napoli ed online.

3292284811

roberta.desiocesari@gmail.com