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Figli adolescenti: strumenti pratici per parlare del Covid-19

Figli adolescenti: strumenti pratici per parlare del Covid-19

Il Coronavirus ci impone di rimanere nelle nostre case per limitare al minimo possibile il contagio e permettere alle persone che si prendono cura di noi di curarci al meglio possibile e sfruttare tutte le risorse medico-sanitarie che il nostro sistema sta mettendo in campo.

Ma il Covid-19 non ha chiesto solo agli adulti di cambiare le loro abitudini, ma anche ai bambini e ai ragazzi.

Le scuole chiudono, si sta a casa.

Per alcuni alunni si fa didattica online, mentre per altri neanche quella.

Sembra una vacanza, ma non ci sono le giornate al mare o sulla neve.

Ci sono giornate trascorse in casa e il clima emotivo non è propriamente quello spensierato di una vacanza, anzi tutt’altro.

 

Essi non solo sentono e percepiscono ansie e paure dei genitori, ma hannoovviamente anche i loro pensieri e stati d’animo a riguardo.

Si fanno una loro idea sulla situazione a partire dalle informazioni che possono leggere sui social, dalle spiegazioni che ricevono dai genitori e dagli scambi di opinioni con i coetanei.

In questa situazione di paura ed incertezza, il dialogo con i ragazzi è fondamentale per non lasciarli soli a gestire quella valanga di informazioni che può travolgerli quando navigano online e sui social.

Fake news, titoli ad effetto, statistiche e numeri da interpretare. E’ senz’altro difficile per un ragazzo/a dare un senso a tutto questo, considerando che lo è per noi adulti.

Il Coronavirus è del tutto nuovo anche per gli esperti del settore e le conseguenti strategie che stiamo mettendo in campo per proteggerci sono nuove ed inedite.

Quindi come parlare ai ragazzi di Coronavirus?

  • Sincerità e chiarezza: trovando un linguaggio e una modalità non spaventosa comunicate la realtà delle cose. Ciò non solo fa sentire che ci fidiamo di loro, ma li responsabilizza anche riguardo alle condotte da seguire per prevenire il contagio (evitare i contatti, lavarsi le mani, ecc…)
  • Fiducia e positività: non siamo nè onnipotenti, ma neanche impotenti e disarmati di fronte a tutto questo. Ognuno può fare la sua parte: gli scienziati studiano una cura, i medici curano, gli infermieri assistono e così via tutti quelli che lavorano per uscire da questa situazione. Fino ad arrivare ad ognuno di noi che invece deve fare la sua parte per tutelarsi e tutelare gli altri stando a casa.
  • Parliamone: è molto importante dare spazio alle emozioni per codificarle, esprimerle e gestirle. Parliamo di cosa ci fa paura e cosa ci da speranza. Non abbiate timore di mostrarvi spaventati. La paura in questa situazione di emergenza è normale, funzionale e sana. Mostrate loro che la paura si può gestire e trasmettete messaggi di fiducia e positività.
  • Attenzione alle informazioni online: metteteli in guardia rispetto alla mole di informazioni e notizie che circolano online. Insegnate loro a verificare la fonte delle informazioni per riconoscere le fake news.
  • Stimolate una discussione sulle notizie apprese per poter dare loro chiarimenti a riguardo e per poter accogliere le loro paure.
  • Insegnare loro ad utilizzare in modo critico e responsabile i social e le chat: far capire loro quanto sia importante selezionare ciò che va condiviso con gli amici on line. “quali sono le conseguenze delle informazioni che condivido online? le  notizie che voglio condividere possono generare angoscia, paura, panico negli altri? ha senso”?

Per parlare delle emozioni può essere utile creare delle occasioni attraverso giochi e attività.

Di seguito ti riporto due giochi tratti dal testo “Educare all’affettività” di S. Ianes.

Il primo “Sentire, pensare, fare” (R. Roberts e M. Di Pietro 2004) è costituito da un percorso a caselle. Ogni giocatore deve immedesimarsi di volta in volta in una situazione diversa e rispondere alle domande riportate sulle carte. Troverai alcuni esempi di carte del sentire (S), del fare (F) e del pensare (P). E’ un’attività che in genere viene usata dalle insegnati a scuola, ma puoi tranquillamente adattarla ai contenuti che ritieni più utili e più adatti ai tuoi figli e al periodo che stiamo attraversando.

  

 

Il secondo “I miei virus mentali” (elaborato sulla base di R. Roberts e M. Di Pietro 2004) aiuta a capire il proprio pensiero negativo (il virus mentale) riguardo ad una data situazione. Partendo dal presupposto che il pensiero influenza il nostro stato d’animo e il nostro comportamento, è fondamentale identificare il proprio pensiero e comprendere se è positivo o negativo, se è utile o dannoso e se si può avere un pensiero alternativo.

Inoltre ti ricordo che sono disponibile online se vuoi una consulenza per comunicare al meglio con i tuoi figli e per gestire le difficoltà emotive che possono caratterizzare questo periodo di emergenza.

Mi trovi online sui canali social Facebook, Instagram e Linkedin.

Puoi scrivermi anche mail se vuoi a roberta.desiocesari@gmail.com

Infine puoi trovarmi nell’elenco di Psicologi e Psicoterapeuti del Consiglio Nazionale dell’ordine degli Psicologi per un primo colloquio gratuito online.

Dott.ssa Roberta de Sio cesari

Psicologa e Psicoterapeuta.

Ricevo a Napoli e via Skype

3292284811

roberta.desiocesari@gmail.com